Procrastinare: 5 suggerimenti per smettere di rimandare

scarabeo con la parola fallo ora in inglese. Smettere di procrastinare
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di Antonio Martone

Procrastinare, ovvero quella cattiva abitudine di rimandare, a data da destinarsi, compiti, mansioni, faccende che andrebbero svolti a breve.

In questo articolo ti parlo della procrastinazione e di come la “rimandite” sia un fenomeno molto serio che tocca corde molto profonde del nostro essere.

Ti darò anche cinque suggerimenti per smettere di procrastinare che io stesso metto in pratica ogni giorno.

Che cos'è la procrastinazione e perché tendiamo a procrastinare

Il termine procrastinare significa: 

Differire, rinviare da un giorno a un altro, dall’oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare quello che si dovrebbe.
– dal vocabolario online Treccani

Procrastinare non è altro che rimandare un compito, spesso molto importante da portare a termine a stretto giro, svolgendo compiti più semplici che danno un piacere immediato.

Ricordo bene quando, arrivato l’ora di mettersi a studiare seriamente per l’imminente sessione d’esami, mi inventavo la qualunque pur di rimandare quel momento.

Prima il caffè, poi tocca mettere ordine alla scrivania, poi vanno sistemati gli appunti e i libri…e alla fine mi trovavo con l’aspirapolvere a fare guerra fino all’ultimo acaro.

E, ovviamente, si faceva già l’orario della prima pausa caffè. E il ciclo riprendeva.

Procrastinare è l’arte di stare al passo con ciò che è successo ieri, per evitare il domani.
– Waine W. Dyer

Insomma procrastinare è una vera e propria arte, come dice Dyer, ed io ero il Picasso della procrastinazione.

uomo che fa le pulizie invece di lavorare pur di procrastinare

Perché procrastiniamo?

Sono varie le cause della procrastinazione, ma molte di esse hanno a che fare con la paura.

– Paura di essere criticati: svolgere un determinato compito che deve essere vagliato da un superiore, può mettere a disagio il procrastinatore di turno che decide così di rimandare.

– Paura di fallire: rispetto al timore di essere criticati, la paura di fallire blocca qualsiasi tipo di iniziativa all’origine.

– Paura di non essere all’altezza: detta anche “sindrome dell’impostore“, colpisce tutti coloro che dietro la scusa di voler fare le cose per bene, finiscono solo per procrastinare. 

Ma a volte può essere anche solo pigrizia, oppure il compito da svolgere è tremendamente noioso.

Diversamente il motivo può essere legato ad ansia da prestazione. A volte si procrastina fino a non avere più tempo per portare a termine il compito ed evitare così la situazione stressante (solo fino alla prossima scadenza).

Un po’ come quando si preferisce saltare la sessione di esame con la scusa di avere più tempo per prepararsi meglio. 

Ma sia chiaro: procrastinare è una scelta e come tale comporta sempre delle conseguenze.

Quando ho deciso di aprire questo blog ero pieno di entusiasmo e non vedevo l’ora di pubblicare centinaia di contenuti. 

Ho quindi registrato il dominio, scaricato WordPress e ho cominciato a smanettare per creare le varie pagine.

Poi è arrivato il fatidico momento di scrivere il primo post e, nonostante avessi buttato giù una bozza sull’argomento, individuato dei punti chiave e creato delle immagini, mi ritrovavo puntualmente a fare altro.

Credo di aver passato una settimana a decidere il tipo di font da utilizzare 🤦‍♂️.

La verità è semplice: stavo procrastinandoEro letteralmente preda della sindrome dell’impostore. Non ero mai convinto della qualità del mio lavoro e aspettavo che fosse tutto perfetto.

Come ho fatto a smettere? Te lo spiego tra un attimo.

Prima devi sapere, però, che non sempre procrastinare è sbagliato.

Ci sta che un giorno non ti va di svolgere quel determinato compito e lo rimandi.

La cosa importante è che poi lo porti a termine, specie se è un compito che solo tu puoi fare.

Infatti, un’altra occasione per procrastinare si presenta quando sai che quella faccenda la può sbrigare qualcun altro.

Ma allora cosa fare per smettere di procrastinare?

5 suggerimenti per smettere di procrastinare

Partiamo dal presupposto che non esiste un metodo scientifico per smettere di procrastinare, ma voglio darti dei suggerimenti che io stesso ho messo in pratica per portare avanti questo progetto.

1. Perché stai procrastinando?
Questa è senza dubbio la domanda più importante che devi porti. 

Prendere atto del perché tendi a rimandare può essere molto utile e tal volta anche risolutivo. 

Se quella attività proprio non ti piace, non si sposa con i tuoi valori, non ti senti preparato per portarla avanti, beh allora è giunto il momento di riflettere se è il caso di affrontare dei cambiamenti.

Potresti delegare, parlare con il tuo capo per apportare delle modifiche più “etiche”, oppure iniziare un corso di formazione per migliorare le tue competenze.

È rispondendo a questo interrogativo che sono arrivato alla conclusione di essere caduto nella trappola della sindrome da impostore.

Quando ho capito che nessun post poteva essere perfetto e che gli errori che ho commesso (e che commetterò) sono utili per migliorarmi, mi sono finalmente liberato di un peso. Ed eccomi qua 😊. 

2. Definisci le tue priorità
Quando hai molte cose da fare è facile cadere nell’errore di procrastinare, ma se definisci delle priorità, hai chiaro cosa va fatto adesso o cosa può essere rimandato.

Quando ho deciso che, nell’arco della mia giornata lavorativa, almeno due ore le dovevo ritagliare per questo blog, sono riuscito pian piano a pubblicare i post che volevo.

3. Niente distrazioni.
Una volta stabilita la tua priorità e inizi a svolgere il compito, fai solo quello. Elimina, quando possibile, tutte le distrazioni. 

Il multitasking è deleterio! Svolgi un compito alla volta e con la massima concentrazione. Se continui a passare da un’attività all’altra, finirai per perdere il focus sull’attività prioritaria che risulterà più ostica di quanto non sia realmente.

E indovina un po’? La rimanderai.

Nel momento in cui sto scrivendo questo post ho nell’ordine: 
silenziato il cellulare e il pc;
chiuso il client di posta e whatsapp web;
indossato i miei “loop” (tappini che attutiscono i rumori ambientali).

In questo modo sono focalizzato solo sull’attività di scrittura.

4. Suddividi il compito in più parti.
Se la tua priorità richiede del tempo, puoi suddividerla in più parti. In questo modo sarai concentrato su un solo aspetto per volta, senza farti prendere dal panico per la mole di lavoro che va fatto.

Non credere che la stesura di un post venga fatta in un’ora, almeno non nel mio caso. Prima butto giù una bozza di mio pugno, poi mi dedico alla creazione delle immagini, poi inizio ad impaginare le varie idee e così via…

Quando ho scritto “Cambiare vita: guida pratica in 5 step“, sapevo che sarebbe stato un lavoro lungo (l’articolo è di circa 8500 parole) ed è per questo che lo rimandavo di continuo. 

Suddividendolo in più parti e concentrandomi su ognuna di essi, sono riuscito a portarlo a termine.

5. Inizia.
Semplicemente inizia! A volte basta solo fare il primo passo.

Ed è ciò che uno studio sulla procrastinazione ha constatato. Quando si inizia un compito, spesso lo si trova meno faticoso e stressante di quanto lo si abbia immaginato.

Ricorda che il cervello è pigro e quindi troverà sempre una scusa per fare il meno possibile. Per ingannarlo, potresti dire tra te e te: “Vediamo di che si tratta” e inizi a lavorare su quel compito che più volte hai rimandato.

Magari fai parte di quella popolazione che, nello studio citato, trova più allettante di quanto pensava la mansione da svolgere.

Conclusioni

Quando cedi alla procrastinazione, stai scappando dalla paura di affrontare il compito che devi portare a termine. 

Quale che sia la tua motivazione a procrastinare, sappi che rimandare non farà altro che accumulare cose su cose che, prima o poi, dovrai sobbarcarti.

Se vuoi porre fine alla procrastinazione, prova a mettere in pratica i consigli che ti ho dato.

Con me ha funzionato, magari lo stesso varrà per te!

 

E tu su cosa stai procrastinando? Scrivimelo nei commenti e, come sempre, ci vediamo al prossimo articolo.

Antonio M.

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